Oggi ricordiamo un torneo organizzato dalla FIGC e dalla ASF, ovvero la Coppa delle Alpi che è stata una competizione calcistica per squadre di club disputata tra il 1960 e il 1987, estromessa di forza dai curriculum delle squadre che nella loro storia la hanno conquistato con merito. Sarà anche un trofeo minore, una “coppetta” come la chiamerebbe qualcuno, ma alzare un trofeo è un po’ il sogno da bambino degli amanti di questo sport, per cui, giusto ricordare chi ci sia riuscito. Era il 1966 ed a Napoli c’erano due fuoriclasse un po’ ribelli: Omar Sivori e Josè Altafini che facevano scintille e portavano il Napoli al terzo posto in campionato, a giocarsela con le grandi, riuscendo addirittura a vincere la Coppa delle Alpi, all’epoca una sorta di “anticipo” di quelle che saranno poi le coppe europee più prestigiose, la Coppa Uefa e la Coppa delle Coppe, anche se si definisce questo trofeo il progenitore della Coppa Intertoto. Ad ogni modo era una manifestazione che, inizialmente celebrava una sorta di gemellaggio tra squadre italiane e svizzere, che si sfidavano in un girone unico, che premiava la squadra con il maggior numero di punti. Dopo la vittoria di gruppo della prima edizione gli azzurri vinsero il trofeo singolarmente, mettendo a segno un magnifico poker di vittorie sulle squadre svizzere affrontate.
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Otto punti in quattro gare, primo posto nel girone, alle spalle a sei punti, il Losanna e la Juventus. L’ultima partita, proprio tra queste ultime, venne sospesa dal risultato di 2-2, e la squadra bianconera venne condannata alla sconfitta per 3-0 a tavolino perché aveva abbandonato il campo in anticipo. Anche se avesse vinto, il Napoli sarebbe comunque rimasto avanti per la differenza reti favorevole. Un successo, il primo in ambito europeo, che sancisce l’ingresso tra le squadre importanti del campionato italiano, un biglietto d’ingresso per gli alti ranghi calcistici che in quegli anni puntavano a rinnovarsi a causa dello strapotere delle solite note Milan, Juve e Inter. Negli anni successivi questo evento venne più volte modificato, dapprima nella formula delle squadre partecipanti, quando alle squadre italiane vennero preferite le francesi, a cui si aggiunsero compagini tedesche e belga. Nel 1987 si decise di eliminare la manifestazione, anche per i troppi impegni che i tre trofei europei principali richiedevano alle squadre che vi prendevano parte. Resta un successo reso silenzioso dalla mancanza di informazioni circa quest’affermazione della compagine partenopea allora allenata dal mitico Bruno Pesaola, forse nella stagione in cui si prese le maggiori soddisfazioni, a discapito delle successive dove sarà giocoforza costretto a buttar giù bocconi amari. Una vittoria in più per essere orgogliosi degli azzurri, una ragione in più per dire di aver battuto i rivali bianconeri, una piccola soddisfazione di un vittoria in un trofeo che non ha mai avuto grande importanza, ma che è pur sempre frutto di una esaltante cavalcata europea, seppur soltanto in terra svizzera.