Luciano Spalletti impone la moda Napoli

Il nuovo volto del calcio all’italiana imposto dal gioco vincente di Luciano Spalletti: il Napoli come manifesto dell'evoluzione

Diana Miraglia  - Direttore Responsabile
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Sfoggiare un abito Hermès, una borsa Vuitton, un gioiello Cartier è un segnale di successo che se indossato da chi ha personalità e buon gusto, s’impone come una moda da seguire. E’ il momento di Luciano Spalletti che, con la sua tuta firmata N, ha imposto la moda di bordo campo. Se Allegri resta avvolto nel suo paltò nero e Carlo Ancelotti nel suo completo con gilet, Luciano Spalletti ha imposto il suo stile-tuta molto più raffinata e curata di quella indossata da Maurizio Sarri.

Si parla dunque di moda? Anche di questo, ma certamente quale “effetto collaterale” di un successo sportivo che ha devastato il campionato con record su record. A 64 anni Spalletti ha centrato un obiettivo che inseguiva in Italia da tempo ma raggiunto a Napoli con risultati che hanno sorpreso anche lui, insoddisfatto sempre per qualcosa che poteva essere fatto meglio.

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Spalletti contro Sarri, Napoli-Lazio

La Grande Bellezza

Oggi è il tecnico più seguito e più studiato nei maggiori campionati in Europa e molti sarebbero i club in Italia e in Europa felici di offrirgli una panchina d’oro. Luciano Spalletti ha creato il binomio perfetto con il bel gioco che sa vincere, facendo tacere una volta per tutte Massimiliano Allegri che, a proposito del bel gioco di Sarri, disse: “Sono contento di quelli che fanno il calcio spettacolo, per me lo spettacolo lo si va a vedere al circo”. Anche nel 2018, la Juventus divenne campione d’Italia ma nessuno ricorda “la Grande Bellezza” di quella squadra mentre ancora oggi il Napoli di Sarri resta una cartolina da conservare.

Luciano Spalletti fa moda e ne è ben consapevole al punto da rimandare al mittente i complimenti di Pep Guardiola che avverte “come un giochino per mettere le pressioni addosso all’altro”. Spalletti ha lavorato giorno dopo giorno a questa macchina che voleva perfetta ed oggi attende di guardare negli occhi Aurelio De Laurentiis per decidere. Per un premio a se stesso, per perfezionare la macchina che ha costruito, per le certezze che può avere: queste le condizioni per proseguire un ciclo iniziato nell’éra Benitez. Altrimenti? Altrimenti ci arrabbiamo direbbe Bud Spencer: e andrebbe ricordato che anche Sarri si arrabbiò ma ancor oggi è alla ricerca di “quel” Napoli bellissimo.

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