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Dopo la prima parte di campionato, i campioni di inverno della Serie A e della Premier League, ovvero Napoli e Arsenal hanno totalizzato entrambi 50 punti nelle prime 19 gare di campionato di questa stagione. Di conseguenza, così come gli Azzurri di Luciano Spalletti anche i Gunners di Mikel Arteta stanno dominando e sorprendendo tutta l’Europa sia per la continuità dei risultati che per la bellezza del gioco espresso. Nonostante i loro rispettivi vantaggi, le due squadre sono consapevoli che la strada è ancora lunga prima di festeggiare.
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Napoli e Arsenal, la lungimiranza di mercato di Giuntoli e Gaspar
La spregiudicatezza dello sfavorito è la benzina che ha spinto il Napoli e l’Arsenal a volare oltre ogni rosea previsione. Entrambe le squadre hanno avuto una rivoluzione di mercato estiva molto importante soprattutto con le cessioni dei capitani Insigne e Lacazette ed ai nastri di partenza la situazione attuale era impensabile, sia a Napoli che a Londra. I rimpiazzi scelti per sopperire a tutti questi addii non sono stati né capiti né apprezzati dalla maggior parte dei tifosi, molto semplicemente perché sconosciuti ai più. Evidentemente il lavoro degli osservatori e dei direttori sportivi, Cristiano Giuntoli da una parte ed Edu Gaspar dall’altra, meriterebbe un premio alla lungimiranza.

Spalletti e Arteta, 4-3-3 e tanto possesso palla
I due allenatori, Luciano Spalletti e Mikel Arteta nel corso di questa prima parte di campionato si sono affidati spesso anche allo stesso modulo, il più classico dei 4-3-3 con una metodologia di gioco in un certo senso anche molto simile visto che a partita in corso si trasforma spesso in un 4-2-3-1, con i due professori di Napoli ed Arsenal, Zielinski ed Odegaard che vanno a legare il gioco con gli attaccanti. Le due squadre scendono in campo per dominare il gioco attraverso il possesso palla, sfruttando al massimo l’ampiezza del campo. La difesa, oltre ad occuparsi della prima costruzione, è diventata estremamente camaleontica nella gestione dei terzini che risultano essere tanto abile nella fase offensiva come Di Lorenzo e Mario Rui e White e Zinchenko. Una delle particolarità delle due formazioni risiede in un centrocampo folto e completo, in cui la fisicità di Anguissa e Partey, si mescolano all’intelligenza e visione di gioco di Lobotka e Xhaka, in uno shaker armonioso ed efficace. Mentre nella fase offensiva i londinesi e gli azzurri sono una vera e propria gioia per gli occhi, grazie alla frizzantezza e la qualità dei calciatori presenti dalla trequarti in su, in primis Osimhen e Kvaratskhelia da una parte e Saka e Gabriel Jesus dall’altra.
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A prescindere da come finirà la stagione, Napoli ed Arsenal stanno dimostrando di essere cresciute, di essere due squadre migliori e più mature rispetto alle precedenti annate. Se riusciranno a completare il lavoro che per il momento hanno portato a metà, lo scopriremo soltanto aspettando il finale. Ma c’è un qualcosa di romantico in questo connubio tra le due capoliste: I Gunners eredi degli Invincibili di Arsene Wenger, da sempre precursore dell’estetica moderna di questo gioco mentre gli Azzurri, figli dell’entusiasmo argentino, sulla scia del Mondiale vinto e di quel legame indissolubile con la terra di Diego Armando Maradona, che sembra davvero spingere da lassù verso la gioia e il successo di un popolo intero.