Tocca ora all’Inter accettare quello che accadeva al Napoli nelle scorse stagioni anche durante il regno di Maurizio Sarri quando venti, trenta tiri in porta non riuscivano a buttar giù la rete e la partita finiva con un pareggio o peggio. Contro la Sampdoria l’Inter ha provato e riprovato ma alla fine è a 15 punti dal Napoli. Rabbia, tanta, ma più per non aver staccato decisamente le inseguitrici – ben tre squadre – che non perché pensasse realmente l’assalto al Napoli. Anche se a fine campionato potrà sempre vantarsi d’aver sconfitto i campioni.
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Napoli, ora al Mapei Stadium contro il Sassuolo: uno stadio pieno di spine
Il Napoli va per la sua strada e pensa ora alla partita di venerdì che si disputerà al Mapei Stadium, ovvero in uno stadio irto di spine che ancora hanno lasciato qualche tossina. L’ultima, un gol all’89° (Berardi per la testa di Ferrari) che consentì agli emiliani di raggiungere il pareggio (2-2) dopo lo svantaggio di due gol. E l’anno precedente un 3-3 che fece infuriare Insigne dalla panchina vedendo Manolas fare un fallo stupido al 5° minuto di recupero da cui il rigore del 3-3. “Una ragione di più per dirti che vado via” è nelle corde del Napoli per dimenticare due pareggi immeritati ampiamente bilanciati da due squillanti vittorie al Maradona del 6-1 ad aprile e del 4-0 in ottobre. Non sembra d’accordo però Alessio Dionisi, tecnico del Sassuolo che nel dopo partita a Udine ha dichiarato: “Daremo tutto. Sembra quasi imbattibile. Noi ci attacchiamo a quel quasi. Sperando di avere tutti gli effettivi a disposizione”.
Sassuolo-Napoli, out Berardi, invece Spalletti potrebbe dare qualche occasione a Simeone

Gli emiliani pur frenando rispetto alle belle vittorie ottenute contro il Milan e l’Atalanta, hanno confermato una squadra in salute che ha reagito anche al ko di Berardi uscito dopo 12 minuti per un problema all’adduttore. Ma venerdì arriva il Napoli, la squadra che ora nessuno vorrebbe incontrare e il recupero di Berardi sarebbe determinante per il 4-3-3 di Dionisi. Luciano Spalletti, invece, qualche calcolo in più rispetto alle ultime partite, dovrà pur farlo: si entra in clima Champions e a +15 dalla seconda, non si può privilegiare o il campionato o la Champions a cuor leggero. Simeone, Raspadori, Olivera, Bereszyński, Juan Jesus, Gaetano e Gollini aspettano solo l’occasione giusta. Ed è venuta la stagione anche per loro.