Dopo il primo match point sprecato contro la Salernitana, ieri, giovedì 4 maggio, in virtù del pari sul campo dell’Udinese il Napoli ha conquistato lo Scudetto per la stagione 2022-23. Grazie alla rete di Osimhen gli azzurri hanno strappato il punto necessario e si sono laureati campioni d’Italia per la terza volta nella loro storia. Una cavalcata trionfale di cui si deve dare merito anche al tecnico Spalletti capace di trovare la quadra e creare un’alchimia di squadra non indifferente. Trionfo importante per il mister toscano che, dopo una vita spesa in panchina, a 64 anni ha raggiunto il tricolore.

Napoli, il lungo lavoro di Spalletti
Arrivato solamente nell’estate del 2021 a conclusione del suo periodo sabbatico lontano dai campi, il tecnico del Napoli Spalletti ha saputo rivitalizzare una compagine importante del nostro calcio riportandola al vertice del campionato italiano dopo ben 33 anni. A margine dei buoni risultati registrati già l’anno scorso, in questa stagione l’ex mister dell’Inter ha collaudato un gruppo importante formato da giocatori che non avevano ancora guadagnato le luci della ribalta.

Uno su tutti Victor Osimhen che, dopo i primi anni di ambientamento, in questa stagione ha fugato ogni dubbio guadagnandosi anche la prima posizione nella classifica dei cannonieri con 22 gol finora segnati. Una dote, quella di far rendere al massimo i propri calciatori, che all’allenatore toscano non era mai mancata e che solo la vittoria del tanto agognato Scudetto in una piazza come quella partenopea ha potuto evidenziare una volta per tutte.

Il lavoro del classe ’59 è visibile in ogni reparto, infatti la difesa azzurra è quella meno battuta del torneo grazie al rendimento in crescita di Rrahmani e all’esplosione di un elemento come Kim totalmente inserito alla perfezione nei sistemi di gioco della nostra Serie A dal coach . Un organico che ha visto un miglioramento corale soprattutto a centrocampo dove pedine del calibro di Anguissa e Lobotka hanno decisamente cambiato passo rispetto all’annata precedente, per non parlare della sorpresa più grande di tutte Kvaratskhelia.

Il georgiano è stato la rivelazione del torneo e sotto i preziosi consigli di Luciano si è integrato subito calando prestazioni degne di nota. Uno schieramento messo a punto da De Laurentiis e Giuntoli che, in sordina e senza grandi proclami, è stato affidato alla guida dell’ex Roma trovando il successo finale dopo un percorso senza particolari segni di cedimento.

Napoli, la rivincita di Spalletti
Il grande successo da parte del mister del Napoli Spalletti ha rappresentato la ciliegina sulla torta di una carriera iniziata nel lontano 1995 e che non gli aveva ancora regalato finora il tanto ambito Scudetto. Esclusa la parentesi in Russia, il tecnico toscano si è seduto su due delle più importanti panchine del nostro calcio come Roma e Inter senza trovare però quel risultato di spessore appena ottenuto con gli azzurri.

Le qualificazioni in Champions League con i giallorossi e i nerazzurri, condite dai tre trofei conquistati nella capitale, non gli erano mai valse la riconferma e all’ex mister anche dell’Udinese erano stati preferiti altri profili. Tuttavia, dopo il pari rimediato proprio nella sua vecchia Udine, ora il classe ’59 può festeggiare il traguardo più importante del proprio percorso.

Vittoria che però non ferma l’allenatore dei partenopei che al termine della gara coi friulani ha così commentato a DAZN: “La felicità è una cosa fugace. Ho vinto, ok, ma ora bisogna tornare a lavorare. Vedere i tifosi gioire è la più grande emozione e adesso mi sento più rilassato, menomale che sono riuscito a dare questa soddisfazione ai napoletani”.