Il Napoli chiuderà il girone d’andata da Campione d’inverno che nulla vale quest’anno come in quelli passati quando erano celebrati da altri club. Lo scorso anno l’Inter chiuse da Campione del nulla a 46 punti con un trend positivo di +5 punti rispetto al precedente campionato, mentre il Milan, a 42 punti era in ritardo di un punto e la Juventus a 34 punti era in ritardo i ben 5 punti: il Napoli invece a 39 punti vantava un + 5 rispetto al Napoli targato Gattuso.
Oggi a 47 punti la squadra azzurra traccia un percorso che segue un progetto economico e tecnico che viene studiato con attenzione in Europa e in America. Società sana, monte ingaggio bassissimo rispetto ai top club, in panchina un tecnico “aziendalista” a misura di competenze da condividere con Cristiano Giuntoli, mentre il tesoriere Andrea Chiavelli resta l’artefice di una rivoluzione economica che ha comportato il rinnovo della rosa. Uniformità politica di vedute che pone il Napoli in una situazione stabile invidiata anche dai club che hanno sempre dettato legge in Italia.
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E sabato si chiude la prima parte di una stagione in cui nessuno credeva e che nel precampionato, aveva costretto il Presidente ad evitare di mostrarsi in pubblico.
Napoli, verso il match con la Salernitana con il vento in poppa
A Salerno, quindi, col vento in poppa ma anche con la consapevolezza che il calcio resta un affascinante mascalzone che può tradirti. La sconfitta con la Cremonese è stata un pugno nello stomaco che ha fatto bene anche ai tifosi. Storditi dalla vittoria contro la Juventus con un punteggio che apriva agli sfottò più fantasiosi e crudeli, i tifosi sono accorsi allo stadio per vedere un’altra goleada, mentre a casa, sul divano altri tifosi aspettavano – quasi un diritto -i gol della vittoria in un’atmosfera languida priva di emozioni…. fino ai tempi supplementari, quando l’ansia e il tifo hanno prevalso facendo montare la rabbia e la paura. E’ andata male. Così era stato anche per il Milan quando un sorriso “azzurro” si compiaceva di quel risultato. Luciano Spalletti ha rivoltato la squadra come un calzino per poter disporre con maggiore fiducia dell’intera rosa nelle tante partite cui il Napoli sarà chiamato: qualcuno non ha risposto presente, ma nel complesso la vittoria era lì, ad un soffio ed una folata di vento l’ha negata