Altro giro, altra corsa o meglio altra partita, altri gol. Ormai Victor Osimhen ci sta prendendo gusto a insaccare la palla in rete, e con la doppietta di ieri contro lo Spezia, il bomber nigeriano è arrivato a quota 16 gol in questo campionato. L’attaccante del Napoli ha subito un cambiamento radicale negli ultimi anni, diventando l’uomo di cui gli azzurri non possono più fare a meno. Da uomo scoordinato fino a diventare capocannoniere della Serie A e bomber incisivo, grazie al lavoro di mister Luciano Spalletti. Osimhen è il centravanti moderno costruito dal tecnico di Certaldo, completato attraverso un lavoro paziente e scrupoloso, educandolo a fare altro, immergendolo in un processo evolutivo che ha modificato la natura stessa del centravanti nigeriano e ne ha allargato ulteriormente gli orizzonti. Humble Victor adesso segna stando nei sedici metri e riempiendoli o anche andando a costruire attraverso il movimento largo o nello stretto, dialoga e fa la pase passiva, sistema la propria firma in partite altamente spigolose come contro la Roma e la Juventus, per citarne qualcuna.
Osimhen, l’evoluzione dell’attaccante moderno
Negli anni il ruolo dell’attaccante ha subito una trasformazione tecnico tattica importante. La continua ricerca del possesso palla ha forzato la trasformazione degli attaccanti, ed in particolare della punta centrale. L’attaccante moderno non deve più solo ricevere il passaggio lungo dalla difesa e proteggere palla per far salire la squadra ma deve partecipare al gioco, andando incontro alla palla per muovere le difese avversarie: proprio quello che Spalletti chiede ad Osimhen. Il nigeriano già nelle ultime partite della scorsa stagione è stato chiamato a correre senza palla per fare spazio agli inserimenti dei centrocampisti, a sviluppare il gioco in ampiezza quando necessario ed a ripartire velocemente in caso di pressing difensivo, sfruttando così una della sua migliori abilità ovvero lo scatto in profondità.
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Ma dove il ruolo di Osimhen si è maggiormente evoluto è nella fase di non possesso palla, l’attaccante nigeriano infatti si è trasformato nel primo difendente della squadra posto che, una volta persa la palla, è il primo a pressare l’avversario. Nel tridente offensivo azzurro, la punta centrale occupa una posizione avanzata rispetto agli attaccanti laterali che sono Kvaratskhelia e uno tra Politano e Lozano, e grazie alla sua buona mobilità, funge da riferimento per i compagni. L’attaccante nigeriano, rapido ormai approfitta anche degli errori tecnici o di posizione dei difensori, proprio come successo ieri con Caldara dello Spezia. Una delle caratteristiche più importanti oggi dell’ex Lille è quella di saper giocare spalle alla porta quando necessario. Andare incontro alla palla, infatti, significa creare spazio per l’inserimento degli attaccanti laterali, ma quella più importante che possiede è quella di riuscire a mettersi sempre frontale alla porta in base alla posizione della palla. Questo gli permette di partire avvantaggiato, rispetto al difensore che in caso di palle filtranti, sarà costretto a girarsi ed a perdere tempo prezioso. Forza esplosiva, velocità sono le qualità fisiche di Victor che è cresciuto molto anche nelle capacità psicologiche diventando opportunista, coraggioso, altruista se necessario e con un grosso spirito di iniziativa. Napoli ed i napoletani si godono Victor Osimhen, il centravanti moderno più in voga del momento.