Una piacevole intervista con Pasquale Sanseverino attaccante ed ex calciatore del Napoli tra il 1985 e il 1990 che, giovanissimo aggregato alla prima squadra, ha vissuto il secondo scudetto partenopeo ammirando le gesta dei grandi campioni che componevano quella fantastica rosa. Napoletano Doc del quartiere Santa Lucia, compie tutta la trafila delle giovanili vincendo lo scudetto Allievi e poi il passaggio alla Primavera avendo a fortuna di partecipare a due ritiri con la prima squadra.
Nell’anno del secondo scudetto andrà molte volte in panchina cogliendo l’opportunità di ammirare e imparare dai campioni del calibro di Maradona, Careca e Carnevale. Da Napoli inizia la sua carriera professionistica che lo porterà a vestire la maglia dell’Ascoli in Serie B, poi Foggia fino al suo approdo in terra sicula con il Giarre e il Campobello. Nel destino di Pasquale c’è sempre un vulcano, lasciato il Vesuvio ha trovato la sua collocazione attuale all’ombra dell’altro grande vulcano d’Italia l’Etna stabilendosi a Giarre.
Napoli, Sanseverino racconta il Napoli del 1990: ” grandi campioni e grandi uomini, emozione unica”
Naturalmente non potevamo non chiedere di Maradona e di quella squadra: ” Diego era una persona generosa e disponibile, ricordo che mi chiamava sempre nel riscaldamento pre partita per aiutarlo, sono state delle emozioni uniche e difficili da poter spiegare. Non solo con Diego ma ero e ancora oggi sono legato a tutti, soprattutto ad Andrea Carnevale un punto di riferimento importante per la mia crescita calcistica e umana, una persona stupenda a cui voglio molto bene“.
Pasquale Sanseverino ha poi raccontato le emozioni e la simbiosi che si era creata tra la città di Napoli, sempre difesa in ogni occasione da Maradona, e la squadra: “per capire cosa fosse Maradona e la squadra per tutta la città di Napoli basta raccontare le amichevoli che facevamo il giovedì tra noi della primavera e la prima squadra. Uscivo sul campo e vedevo 30.000 mila persone accorse per guardare una semplice amichevole”.
Napoli, Pasquale Sanseverino e il terzo scudetto: ” emozione indescrivibile, la vittoria e il riscatto del sud”
Parlando dello scudetto appena conquistato e quanto fosse importante per un ex calciatore del Napoli ma anche un grande tifoso: “Dopo le cessioni del mercato estivo nessuno pensava che il Napoli potesse fare la stupenda cavalcata. Il merito è di tutti, dalla società al mister, abili nel credere nelle capacità dei nuovi acquisti, senza dimenticare chi già c’era come Mario Rui o Lobotka autori di una stagione straordinaria” .
Rispetto al Napoli del passato spesso identificato nella figura di Maradona la squadra di oggi è stata frutto di un lavoro collettivo: “Questo scudetto è di ogni giocatore, tutti hanno dato il massimo per la causa concentrati verso l’unico obiettivo. Anche come espressione del gioco si è visto un gruppo coeso e pronto ad aiutarsi per vincere pensando ad ogni singola partita. Possiamo dire che questo scudetto verrà ricordato per essere lo scudetto di tutti” .
Sanseverino ha sottolineato le differenze tra il calcio attuale e quello degli anni 90: “Sono rimasti in pochi quelli capaci di saltare l’uomo come accadeva spesso prima, penso a Donadoni, per esempio, adesso si lavoro molto sulla fisicità e tutti vanno alla costante ricerca dei prospetti alti 1.85/1.90. Ci sono qualità importanti anche in giocatori non troppo fisici che ancora sanno saltare l’uomo.” Sul futuro del Napoli e chi vedrebbe bene,un giorno, al posto di Spalletti: “Speriamo non accada, se devo scegliere ,Klopp sarebbe il massimo, vedo bene anche De Zerbi o Italiano”.
