Si avvicina la penultima giornata del campionato di Serie A e per i campioni d’Italia l’ultima trasferta della stagione 2022/2023, prima della festa per il terzo scudetto del 4 giugno al Diego Armando Maradona. Si tratta sempre di un gioco, non a video, ma in cui Super Mario Rui è reale: la storia di un uomo che a 32 anni, e dopo una serie di colpi incassati con nonchalance da pugile, non ha mai smesso di volare su quella fascia sinistra, ovviamente, del Napoli.
C’è stato infatti un periodo in cui l’avventura italiana di Mario Rui sembrava lontana dal club azzurro. Il difensore del Napoli era finito nel tritacarne della critica, a volte sistematica a prescindere dalle sue prestazioni. Certo, qualche errore di troppo Mario lo aveva anche commesso, ma ormai era diventato il classico bersaglio comodo, il capro espiatorio di una situazione generale della squadra. I big non erano criticabili, ma ossessivamente tutelati, e quindi il portoghese ha dovuto vivere periodi da pungiball a tutela dei compagni di squadra.

Napoli, una stagione sopra le righe per Mario Rui e compagni
Quest’anno la solfa è decisamente cambiata, Mario Rui si è liberato dalla nomea di vittima sacrificale, diventando una delle pedine fondamentali per lo scacchiere di Luciano Spalletti, anche se nella prossima sfida Bologna–Napoli il portoghese dovrebbe partire dalla panchina perché non ancora recuperato appieno. Il numero 6 azzurro a sinistra e capitan Di Lorenzo a destra formano una coppia di crossatori eccezionale, bravi in copertura e a seguire il diretto avversario con una capacità intelligente di spinta che gli permette di attaccare la profondità all’occorrenza.
L’agente del portoghese, Mario Giuffredi, intervistato qualche giorno fa da TV Play, aveva speso parole dolci, parlando del suo assistito del Napoli, Mario Rui: “Ci siamo soffermati tantissimo sulla nostra storia professionale, quando ci siamo conosciuti. Abbiamo ripensato ai sacrifici fatti e ai tanti momenti difficili superati. Mario è il numero uno, è l’immortale, è rimasto in vita dopo tutto quello che gli è successo, è stato bersagliato ma ha avuto gli attributi per rimanere là, diventando un giocatore importante e facendosi amare dai tifosi“.