La ventiquattresima giornata di Serie A parte oggi, sabato 25 febbraio, con l’anticipo del Castellani: alle 18.00 l’Empoli ospiterà il Napoli in una gara dalle forti tinte azzurre. I partenopei, nonostante il largo vantaggio ottenuto sulle inseguitrici, non possono prendere sottogamba l’impegno, dato che lo stadio toscano è sempre stato terreno ostico, e i punti lasciati in provincia di Firenze nel corso degli anni sono stati tanti. Nonostante le difficoltà incontrate sul campo, però, il club campano ha sempre avuto un feeling particolare con quello empolese sul mercato. Sono tanti infatti i calciatori passati da un azzurro all’altro nel corso degli ultimi anni.
Il motivo è presto detto: l’Empoli è una società molto attenta allo sviluppo e alla valorizzazione di giovani calciatori, e il gran numero di talenti emersi dal settore giovanile toscano ne è la dimostrazione. Il Napoli, dal canto suo, ha spesso acquistato alcuni di questi talenti o mandato in prestito in Val d’Arno i propri giovani, per permettere loro di trovare più spazio e crescere senza pressioni. E saranno proprio i calciatori (e un allenatore) che hanno percorso, in un senso o nell’altro, la A1 al centro di questo articolo. Tra i profili analizzati non saranno considerati giocatori arrivati in Toscana in prestito da un’altra squadra come Piotr Zieliński, che i partenopei hanno acquistato dall’Udinese, o quelli che hanno vestito un’altra maglia prima di arrivare in Campania come Mário Rui, che era stato prima ceduto alla Roma per poi accasarsi alle falde del Vesuvio.

Andrea Cupi, un talento troppo fragile
Nel mercato di riparazione della stagione 2005-06, che vedeva il Napoli disputare il campionato di Serie C, gli azzurri acquistano il terzino Andrea Cupi, rimasto svincolato proprio dopo un’esperienza all’Empoli a causa di un grave infortunio. Il difensore disputerà 12 partite con la maglia del club partenopeo, contribuendo alla promozione in Serie B. Campionato che, però, non giocherà mai a causa di una pubalgia cronica che lo costringe ad operarsi e a svolgere una lunga riabilitazione. Anche l’ultima annata passata in Campania, la prima dopo la promozione in Serie A, è caratterizzata da un lungo infortunio occorso nella prima parte di stagione, che lo terrà fuori fino alla terzultima giornata. Conclude la sua esperienza con 27 presenze in tre stagioni, prima di tornare all’Empoli e poi al Tuttocuoio, con il quale si ritirerà nel 2011 per poi intraprendere la carriera di allenatore. Ancora oggi, molti tifosi azzurri lo ricordano come un buonissimo difensore, capace di giocare sia da terzino in un reparto a quattro che da centrale in una difesa a tre, purtroppo molto sfortunato e dal fisico troppo fragile, che non gli ha mai permesso di esprimere il suo pieno potenziale.

Nicolao Dumitru, la continuità mancata
Attaccante italo-rumeno di origine brasiliana, Nicolao Dumitru approda a soli 12 anni proprio nelle giovanili dell’Empoli, con le quali si mette in mostra segnando a ripetizione nel Campionato Primavera, e guadagnandosi la convocazione nelle Nazionali Under-19 e Under-20. Esordisce in prima squadra, in Serie B, nel 2008, e due anni dopo il Napoli lo acquista in prestito oneroso con diritto di riscatto per la comproprietà. Con gli azzurri esordisce sia in Serie A, alla quarta giornata contro il Chievo Verona (1-3 per i clivensi), sia in Europa League, nel 3-3 contro la Steaua Bucarest, e colleziona 12 presenze senza mai partire da titolare e senza mai trovare il gol. Da lì inizia una girandola di prestiti che lo porterà prima di nuovo in provincia di Firenze, poi in giro tra Italia ed Europa: Ternana, Cittadella, Reggina, GAS Veria (in Macedonia), Latina, Nottingham Forest, prima di essere acquistato dall’Alcorcón, squadra militante in seconda divisione spagnola. Attualmente gioca al Bnei Sakhnin, in seconda serie israeliana. Un calciatore partito con ottime premesse, ma che non ha mai trovato quella continuità necessaria per crescere come avrebbe potuto.

Luigi Sepe, enorme potenziale ma altrettanta sfortuna
Prodotto del settore giovanile del Napoli, Luigi Sepe, originario di Torre del Greco, ottiene la sua prima convocazione in la maglia azzurra nel 2009, in una stagione sfortunatissima caratterizzata dagli infortuni del titolare Gennaro Iezzo e della sua riserva Nicolás Navarro. A causa dell’ennesimo infortunio, occorso al terzo portiere Matteo Gianello, entra in campo nella partita contro la Fiorentina, nella quale una sua incertezza consente a Riccardo Montolivo di segnare il gol del definitivo 2-1. Nel 2011 inizia una serie di prestiti che lo vede vestire le maglie di Pisa, Virtus Lanciano, Empoli (con il quale finalmente trova continuità da titolare in Serie A) e Fiorentina, prima di accasarsi al Parma. Messo fuori rosa nell’estate 2022 a causa anche del ritorno in gialloblu di Gianluigi Buffon, trova finalmente fiducia con la maglia della Salernitana, anche se una serie di infortuni gli impedirà di trovare continuità di prestazioni, sia nella stagione scorsa che in quella attuale. Portiere esplosivo e dinamico, bravo anche con i piedi e in uscita, la sfortuna e gli infortuni non gli hanno mai permesso di realizzare il sogno di difendere la porta della sua squadra del cuore, pur essendosi ritagliato uno spazio importante in Serie A.

Raffaele Maiello, la promessa non mantenuta
Altro prodotto del settore giovanile del Napoli, Raffaele Maiello ha dovuto portare fin da subito un enorme peso sulle spalle. Per le qualità dimostrate con la Primavera, infatti, il centrocampista originario di Acerra era considerato uno dei possibili eredi di un simbolo immortale del club come Marek Hamšík. Esordisce in Serie A nel 4-1 casalingo contro il Bologna ma, dopo sole 4 presenze con la prima squadra nella stagione 2010-11, viene mandato in prestito al Crotone e alla Ternana, per poi essere acquistato definitivamente dal club calabrese, con il quale disputa ottime partite in Serie B. Tornato al Napoli per 1.5 milioni di euro, non troverà mai spazio, e verrà ceduto in prestito all’Empoli, con cui colleziona 13 presenze, e poi al Frosinone, che lo acquista a titolo definitivo. Dal gennaio 2022 milita nelle fila del Bari, squadra di proprietà di Luigi De Laurentiis, figlio del patron partenopeo Aurelio.

Maurizio Sarri, il sogno mai realizzato
Nato a Bagnoli, figlio di un impiegato dell’Italsider, ma cresciuto a Figline Valdarno, Maurizio Sarri è forse il personaggio che incarna di più le anime delle due squadre, con le quali ha fatto grandi cose. L’ex impiegato di banca si impone come uno dei migliori allenatori italiani proprio grazie al suo Empoli, con il quale conquista la salvezza nella stagione 2014-15 e fa innamorare tutta Italia del proprio gioco offensivo e spettacolare. Gioco che replicherà anche al Napoli, che lo chiama proprio al termine della stagione per sostituire Rafa Benítez, rimanendo sulla panchina azzurra per tre stagioni.
Nella prima, nonostante i dubbi riguardanti il suo curriculum, conquista subito tutti, perfino i grandi campioni di quel Napoli, uno su tutti Gonzalo Higuaín, che raggiungerà il record di gol in Serie A segnando 36 reti in 35 presenze. L’anno dopo, a causa della partenza del Pipita, direzione Juventus, e dell’infortunio di Arkadiusz Milik, è sua l’intuizione di lanciare Dries Mertens da centravanti, con risultati che sono sotto gli occhi di tutti: 28 gol in campionato per il belga, che negli anni diverrà il marcatore principe della storia del club. Il terzo anno è quello del sogno sfiorato, dello Scudetto perso in albergo a Firenze, dei 91 punti e del grande rimpianto. Dopo aver lasciato gli azzurri, conquista una Europa League con il Chelsea e uno Scudetto con la Juventus, prima di sedersi sulla panchina della Lazio che ancora oggi occupa.

Mirko Valdifiori, il fedelissimo
Primo acquisto richiesto da Maurizio Sarri al momento del suo arrivo sulla panchina del Napoli, Mirko Valdifiori doveva riprendere il ruolo da regista che aveva già all’Empoli, nel 4-3-1-2 del tecnico toscano. Arrivato all’ombra del Vesuvio per 5.5 milioni di euro, avrà spazio solo nelle prime gare stagionali, prima che l’allenatore di Figline si accorga di avere già in rosa un calciatore pronto e più adatto al suo stile di gioco, ovvero Jorginho. Dopo sole 7 presenze in azzurro, viene ceduto al Torino, con il quale non riesce ad imporsi. Passato alla SPAL e successivamente al Pescara, oggi milita in Serie C, alla Vis Pesaro.

Elseid Hysaj, croce e (poca) delizia
Altro fedelissimo di Maurizio Sarri che, insieme a lui, ha compiuto il percorso dall’Empoli al Napoli è stato Elseid Hysaj, terzino destro albanese diventato un punto fermo per il tecnico sia in Toscana che in Campania. Dopo i tre anni da titolare con l’allenatore toscano, durante i quali tiene un rendimento costante ma senza picchi, cala drasticamente negli anni successivi, diventando poi la riserva di un altro calciatore che sarà trattato più avanti. Dopo altre tre stagioni sottotono, segue Sarri alla Lazio, nella quale milita tuttora, lasciando i partenopei con 177 presenze ed 1 gol.

Lorenzo Tonelli, il rimpianto più grande
Arrivato al Napoli nell’estate 2016 per 10 milioni di euro, dopo una grande stagione all’Empoli, Lorenzo Tonelli è costretto a saltare i primi sei mesi della sua avventura partenopea a causa di un grave infortunio al ginocchio. Esordisce nel gennaio 2017, nella gara contro la Sampdoria, segnando al 95′ il gol del definitivo 2-1 per gli azzurri. Segna anche nella gara successiva, contro il Pescara, per poi infortunarsi nuovamente contro il Milan, sempre al ginocchio. Colleziona altre sei presenze nella stagione successiva, di cui due in Europa League, segnando anche nel 4-2 contro l’Udinese, per poi essere ceduto in prestito alla Samp, dalla quale sarà successivamente riscattato, lasciando la Campania dopo 9 presenze e 3 gol. Numeri da attaccante per il difensore centrale che, purtroppo, rimarrà come un grande rimpianto per i tifosi a causa dei tanti problemi fisici che lo hanno condizionato. Dall’estate 2021 è di nuovo all’Empoli.

Omar El Kaddouri, la meteora
Altro centrocampista acquistato con l’etichetta di erede di Marek Hamšík, proveniente come lo slovacco dalle fila del Brescia, Omar El Kaddouri non è mai riuscito a trovare spazio al Napoli, collezionando 16 presenze nella sua prima stagione prima di essere mandato in prestito al Torino. Tornato in azzurro, viene impiegato più spesso da Maurizio Sarri, scendendo in campo 25 volte e segnando un gol. Nel gennaio 2017 viene acquistato dall’Empoli a titolo definitivo, ma rimarrà in Toscana per soli sei mesi, nei quali realizza 3 gol in 15 presenze, prima di accasarsi al PAOK Salonicco, dove milita ancora oggi.

Sebastiano Luperto, schiacciato da un paragone pesantissimo
Prodotto delle giovanili del Napoli, Sebastiano Luperto ha vestito la maglia dell’Empoli in due diverse esperienze, una delle quali continua tuttora. Mandato in prestito in Toscana per la prima volta nel 2017, in Serie B, colleziona 28 presenze e 2 gol prima di tornare in Campania, dove Carlo Ancelotti prova a farlo giocare più spesso, sia da centrale che da terzino sinistro. Ceduto nuovamente in prestito, prima al Crotone e poi di nuovo al club del Castello, è stato riscattato la scorsa estate per 3 milioni di euro. Per ruolo e somiglianza fisica, è stato spesso paragonato a Raúl Albiol, e forse proprio questo ha contribuito a mettere una pressione troppo grande sulle spalle di un ragazzo all’epoca ancora giovanissimo, che non è riuscito a dimostrare appieno le proprie qualità.

Gennaro Tutino, qualità mai del tutto dimostrate
Anche lui cresciuto nel settore giovanile del Napoli, Gennaro Tutino si è messo in mostra in modo particolare nella Primavera azzurra, nella quale sembrava avere un radioso futuro davanti a sé. Dal 2014 inizia il solito valzer di prestiti, che lo vede vestire le maglie di Vicenza, Gubbio, Avellino, Bari, Carrarese, Cosenza ed Hellas Verona, prima di passare all’Empoli nell’estate 2020. Con i toscani, in Serie B, colleziona 16 presenze e 3 gol in metà stagione, per poi essere mandato alla Salernitana. Dopo mezza stagione in granata, si unisce alle fila del Parma, che lo ha riscattato la scorsa estate.

Amato Ciciretti, talento mai esploso
Capitano e rivelazione del Benevento che esordì in Serie A nel 2017-18, Amato Ciciretti aveva mostrato un potenziale enorme nei primi sei mesi nella massima serie, segnando 2 gol in 12 presenze, tra i quali una magistrale punizione in casa della Juventus. Acquistato dal Napoli a gennaio, non ha mai esordito con i partenopei, ed è stato mandato subito in prestito prima al Parma, poi all’Ascoli e, nell’estate 2020, all’Empoli, dove colleziona 17 presenze e 4 gol in metà stagione. Ceduto per i rimanenti sei mesi al Chievo Verona, dopo il fallimento del club gialloblu viene acquistato a titolo definitivo dal Pordenone. Attualmente è tornato in prestito all’Ascoli.

Giovanni Di Lorenzo, il capitano
Probabilmente il miglior giocatore passato dall’Empoli al Napoli, Giovanni Di Lorenzo è diventato un punto fisso per la squadra azzurra, nella quale è approdato nel 2019 dopo essersi messo in mostra proprio con i toscani. Grazie alle sue prestazioni straordinarie, alla sua enorme resistenza, che gli ha permesso di giocare praticamente ogni partita dal suo arrivo all’ombra del Vesuvio, e alla sua leadership, è stato nominato, dopo le partenze in estate di Lorenzo Insigne, Kalidou Koulibaly e Dries Mertens, capitano della squadra, ruolo che ha ricoperto con estrema serietà imponendosi come uno dei terzini più forti d’Italia e non solo. Campione d’Europa con la Nazionale italiana nel 2021, ha collezionato finora 167 presenze e 11 gol con la squadra partenopea, con la quale ha un legame duraturo e inossidabile, che sarà ufficializzato con il rinnovo a vita che, pare, dovrebbe firmare a fine stagione.

Come si è visto, sono stati tantissimi gli affari che hanno coinvolto Napoli ed Empoli negli ultimi anni, e probabilmente altri arriveranno, con il direttore sportivo partenopeo Cristiano Giuntoli che avrebbe messo nel mirino alcuni giovani talenti del club toscano. Che la gara di questa sera possa servire per avviare altre trattative e programmare il passaggio di qualche altro talento da un azzurro all’altro?